Acquedotto montano
Il progetto dell’acquedotto montano di Cresciano, avviato tra il 1979 e il 1980, nacque dall’iniziativa della Comunità locale e dell’assemblea del 19 gennaio 1979, che approvò l’idea di realizzare un sistema idrico in grado di servire i monti della zona. Un comitato provvisorio fu costituito per elaborare un nuovo schema progettuale, basato su rilievi topografici dettagliati e analisi del territorio, utilizzando una carta alla scala 1:5000 derivata da quella 1:25000.
Le prime misurazioni e le picchettature furono svolte nel febbraio 1979, scegliendo percorsi tra Cauri e Rorasco, e fino alla Boca d’Vall, a circa 980 m slm, dove fu previsto il primo bacino di accumulo di 12 mc. La tratta principale da questa fonte si sviluppa con un tracciato accuratamente pianificato per garantire una distribuzione capillare dell’acqua ai diversi monti, come Casina Vedra, Sororoi, Vasciai e altri punti geografici strategici.
Le opere principali comprendevano la captazione dell’acqua dalla sorgente della Ressega, a circa 1135 m slm, con la realizzazione di uno scavo di drenaggio di circa 37 metri di lunghezza e di una diga di captazione in cemento armato vibrato di 1 metro di altezza. Sono stati impiegati materiali come tubi di drenaggio Drainflex di 200 mm, camere di controllo in fibra di vetro a trattamento speciale e saracinesche di alta qualità, testate a pressione.
Per ottimizzare la condotta, si è scelto di eliminare alcune complicate valvole meccaniche, sostituendole con un sistema di tubazioni di trasporto e pressione, che comprendeva camere di rottura e serbatoi di distribuzione lungo il tracciato. La rete di distribuzione fu operativa su diversi monti, con un sistema di fontane pubbliche e attacchi specifici per raccogliere e distribuire l’acqua in modo efficiente.
Uno dei problemi affrontati riguardava l’efficientamento del tracciato in relazione alle caratteristiche geologiche e topografiche, rendendo necessaria la posa di condotte su tutto l’arco di 800 metri mediante tecniche di orzare in modo da minimizzare gli scavi, e l’utilizzo di condotte flessibili come il polietilene.
In conclusione, il progetto dell’acquedotto montano di Cresciano si caratterizza per un’attenta pianificazione tecnica, l’utilizzo di materiali innovativi e l’adattamento alle peculiarità del territorio montano. Attraverso rilievi accurati, scelte di tracciato strategiche e soluzioni tecniche avanzate, è stato possibile realizzare un sistema di approvvigionamento idrico efficiente e affidabile, capace di servire le diverse zone montane e migliorare significativamente la qualità della vita delle comunità locali. Questo intervento rappresenta un esempio di come la collaborazione comunitaria e l’ingegno ingegneristico possano coniugarsi per risolvere le esigenze essenziali di una popolazione in ambienti difficili.
Ubicazione e caratteristiche principali
Il sistema idrico si estende attraverso numerose installazioni posizionate strategicamente in punti quali Paese Vecchio, Sul Sass, Corsénca, Caurí, Seròdan, Bòr, e altre località rurali e urbane, ad altitudini variabili tra i 370 e i 931 metri sul livello del mare. L’elenco dettagliato delle installazioni, corredato di coordinate geografiche e rilievi altimetrici, permette un’agevole identificazione e manutenzione del sistema.
Storia e valenza culturale
Risalente a decenni, se non secoli fa, l’acquedotto e le fontane di Cresciano testimoniano l’ingegno e la capacità degli anziani e delle generazioni passate di assicurare una rete di approvvigionamento idrico affidabile, discreta espressione della tradizione locale. La presenza di fontane storiche e idranti sottolinea l’importanza della tutela e della corretta gestione di questa struttura, che rappresenta un patrimonio condiviso.
Utilizzo e gestione
Le fontane sono prevalentemente destinate all’approvvigionamento pubblico di acqua potabile, a servizio della comunità locale per usi quotidiani. Gli idranti, invece, sono installati per fronteggiare eventuali emergenze antincendio, garantendo pronta disponibilità di acqua in situazioni critiche. La tutela e la manutenzione di queste infrastrutture sono di competenza dell’Ufficio Patriziale, che assicura la funzionalità e il buon stato di conservazione dell’intera rete.
Elenco dettagliato delle installazioni
Fontane
- Corsénca – Paese Vecchio (370 m)
- Bòr (679 m)
- Camezèi (661 m)
- Pián da Vént (vicino a Camezèi)
- Vasciái sopra Sotarègn
- Cassína Védra (sottosuolo)
- Caurí sopra (685 m)
- Pòrta Caurí sotto
- Sotarègn (931 m)
- Soröröi (915 m)
- Vasciái sotto
Idranti
- Bòr (679 m)
- Corsénca – Paese Vecchio (370 m)
- Caurí sopra (685 m)
- Pòrta Caurí sotto
- Camezèi (661 m)
- Pián da Vént
- Sotarègn (931 m)
- Soröröi (915 m)
- Cassína Védra (sottosuolo)
- Seròdan (695 m)
- Cèzèi (altitudine non specificata nella pagina)
- Sul Sass (altezza non specificata)
Conclusioni
L’intero sistema di fontane e idranti rappresenta un patrimoniodi grande valore storico e pratico, che necessita di una costante manutenzione e tutela. Il patriziato si impegna affinché questa infrastruttura sia adeguatamente preservata e funzionante, garantendo così l’erogazione di acqua di qualità e la sicurezza della comunità.
Per ulteriori dettagli o richieste di intervento, si invita a contattare l’Ufficio Patriziale.